Addio a Stan Lee, geniale papà degli eroi Marvel



Non amo usare a sproposito i termini e in effetti forse definire Stan Lee, l'ideatore di tanti supereroi dei fumetti Marvel, un "mito" potrebbe risultare eccessivo. Eppure c'è qualcosa di assolutamente fantastico nella carriera di questo fumettista/produttore/regista originario di Manhattan e c'è qualcosa di altrettanto incredibile anche nella storia di un'azienda che, partita come piccola casa editrice nei primi anni 40 del secolo scorso, è diventata un gigante multimediale. Chi lo ha conosciuto descrive Stanley Martin Lieber come un talento assolutamente geniale, capace di fare squadra con tutti i più grandi disegnatori e sceneggiatori che lo hanno incrociato nella sua ascesa e sempre, in fondo, un po' inconsapevole dei successi che stava raccogliendo. Ma, soprattutto, Stan Lee sapeva mettersi in gioco e ridere di se stesso: lo faceva da anni, quasi come in un rituale ormai irrinunciabile, con i cameo che amava nascondere nei film dei suoi supereroi. Io e mio figlio Federico, cui evidentemente ho trasmesso la passione per i fumetti di cui da ragazzino ero vorace divoratore, ogni volta andavamo al cinema anche con questo obiettivo: scoprire sotto quali spoglie lo scrittore si sarebbe presentato per "firmare" la pellicola dell'eroe di turno. Un gioco che voglio proporre anche a voi, amici di penna, grazie a questa sequenza montata da un sito americano e riproposta oggi anche da molti giornali italiani. Vi segnalo due chicche: una straordinaria e al contempo tenera sequenza tratta dalla serie tv di cartoni animati Spiderman (1967) in cui l'eroe preferito da Stan Lee lo accompagna sulle spalle per un viaggio nei cieli della città e una scena di "X-Men: Apocalypse" (2016) in cui il fumettista compare al fianco della moglie Joan Clayton Boocock, scomparsa solo pochi mesi fa. I due si erano sposati nel 1947, appena sei settimane dopo il primo incontro. Per lui fu un autentico colpo di fulmine: “Quando ero giovane disegnavo sempre una ragazza, un corpo, un viso, i capelli. Era il mio ideale. Quel giorno dovevo incontrare questa ragazza di nome Betty e invece ad aprirmi venne Joan: mi è bastato un solo sguardo per capire che era la ragazza che avevo disegnato per tutta la mia vita".

Nessun commento:

Posta un commento